Prefazione

Prefazione

Il Dubbio (2022)

Prefazione

L’immagine, nostalgica, è quella del focolare, attorno al quale scorrono docili i pensieri, eleganti, fluidi, ricercati, per diventare, lungo la lettura, piccoli camei letterari, di grande impatto emotivo, coinvolgenti e lenitivi. Enea ci racconta come tra letteratura e vita esiste un nesso inscindibile e questonesso, questa “terra di mezzo” è proprio la parola. Evocativa, suggestiva, dettagliata, sorniona, chiara,
semplice.
Sono racconti, storie, sono anche sonetti, liriche, poesie, che, attraverso l’incipit del dubbio, sciolgono nella loro capacità interpretativa, regalataci da Enea, una miriade di autorevoli messaggi emozionali, proposti con garbo, con ammiccante simpatia e con l’intenzione, sempre raffinata, del dialogo con il lettore.
E il linguaggio, la geniale grammatica della vita, è volutamente semplificato: i personaggi e le trame, che si snodano attorno ad esso, si muovono sinuosi, leggeri, si manifestano in tutte le contraddizioni attraverso l’analisi del dubbio, che annichilisce con guida, maestria e potenza letteraria, la complessità del mondo e delle relazioni tra gli uomini.
E proprio su questa intersezione, su questo “ ponte sospeso ”, si riflette il riconoscimento di se stesso da parte del lettore che è catapultato, come d’incanto, all’interno delle parole con lo scopo e il desiderio di trascendere l’ambito puramente teorico e incardinarsi in esperienze vive di insegnamento e di dibattito.
Perché non è un soliloquio quello di Enea, è una sorta di disamina colloquiale, in cui ognuno riconosce sempre qualcosa di proprio tra le righe.
Il suo pensiero si intrufola nella testa come una leggera e nobile spada che rovista e poi scava, a mo’ di lenitivo, instaura una sorta di pacifico bisogno di riflessione e meditazione.
E, in questo contesto, Enea sembra cambiare pelle all’arte del dubbio.
Da perno di sistemi di pensiero illuministi o liberali di vario spessore, diventa, adesso, quello che in fondo è sempre stato: un metodo di conoscenza, un approccio da applicare in maniera trasversale in qualsiasi campo della nostra vita, una guida indispensabile in un mondo globalizzato, spezzettato, confuso, sempre a rischio di finire intrappolato nelle spire del pensiero unico di turno.
Enea lo stuzzica, lo coinvolge, lo dipana, lo rende fruibile e, attraverso la sua penna, assume sembianze umane e al contrario lo propone senza timore come un enorme vantaggio, l’unico che possa regalare identità e consapevolezza.
Per le sue caratteristiche, il rilievo filosofico del dubbio è antico, si rifà alla classica formula socratica del “ sapere di non sapere ”. E invece Enea dimostra di sapere, come solo gli uomini di spessore sanno fare, e lo fa con quell’umiltà luminosa che lo contraddistingue e che si libra leggiadra attraverso la sua opera.
E’ un dono, il carisma del dubbio. E lui lo traspone, lo elabora, lo rende semplice, lo accarezza, sorride nel farlo sorridere, e ci regala chicche non teoriche di grande valore letterario e sociale.
Il lettore si sente a proprio agio sempre, si rasserena, si incuriosisce, si accomuna a chi scrive e scopre, sotto altra forma, il dipanarsi del comune contraddittorio, del controverso, dell’incerto, del discutibile, dell’opinabile e siritrova ad interagire personalmente attraverso quel punto di domanda preceduto da tre puntini sospensivi alla fine di ogni titolo di paragrafo.
E come se fosse, ognuno dei titoli, una sorta di domanda su tanti risvolti di vita, l’Autore raccoglie le sollecitazioni, le accoglie come fossero proprie, le rende essenziali e le rivolge, infine, a se stesso, restituendole con uno studio propedeutico, una delicatezza stilistica gradevolissima, una capacità di
linguaggio semplice e potente che entra dentro la ragione del cuore senza uscirne più.
I concetti si avvinghiano attorno ad ogni punto di domanda, ad ogni dubbio, lo avvolgono, scorrono con sinergia ed empatia, come se ad ogni epilogo fosse più forte e nobile il desiderio e la possibilità di confrontarsi, di conoscersi e riconoscersi ancora e sempre di più, di partecipare la nostra vita con chi
sembra comprendere e comprenderci fino in fondo, senza giudicare, ma provando ad oliare gli ingranaggi del senso critico col solo scopo di ritrovarci come uomini e donne, nell’accezione più nobile del termine.
E non è solo questo. Ci si rende conto, inoltrandosi nella lettura, che ogni personaggio, vero o di fantasia, in ogni narrazione si muove nella sceneggiatura della trama, senza maschera, perché viene sempre messo a nudo, spogliato dalle sue contraddizioni, e poi rivalutato, rivitalizzato, compreso e raccontato attraverso sequenze immaginifiche di interrogativi dall’esito sempre convincente.
Enea ci regala la possibilità vera di stanare i dubbi, divertendosi e divertendoci, di condividere l’indecisione e la difficoltà delle soluzioni, provando a ribaltare quel che sembra scardinare il muro dell’ovvio, dell’apparente e ci riesce attraverso la sua personale introspezione che diventa, d’incanto, appannaggio di tutti come un balsamo per la mente che ormai è continuamente messa alla prova da un agguerrito mitragliamento di stimoli e sollecitazioni esterni.
Si parla di verità con la minuscola e con la maiuscola. Si parla di insidie e di trappole nascoste fra le parole e nelle parole, tra i gesti e i comportamenti, tra le idee e le banalità, tra gli ideali e le chimere, tra la storia e l’economia, tra la socialità e il qualunquismo. Si parla innanzitutto dei nostri giorni, ma sempre rapportati agli insegnamenti del passato, del quale Enea è un profondo conoscitore morale, in un parallelismo che in ogni dove fa capolino come degno di nota e attenzione.
Alla fine del libro mi sono sentito compreso e accarezzato e, non credo esageratamente, mi sono sentito non più solo tra i miei pensieri. E’ questa la forza di Enea. Leggerlo è come ascoltarlo. Come sentirlo parlare con la sua voce rassicurante. Come essere certi di imparare sempre qualcosa ad ogni sua
bonaria dissertazione.
Buona partecipazione alla lettura del libro, sarete in grado di leggerlo quasi d’un fiato, vi divertirete, mediterete e anche tanto, riconoscerete voi stessi e il circostante che vi ospita.
Vi lascerà dentro più di qualcosa, quel qualcosa che avete avuto sempre dentro di voi, ma che non avete avuto mai la pazienza, la serenità e la gioia di ascoltare.

  • Umberto Danieli